l’Insonnia

Centro di Cure Integrate Nirual

12
mar

Per rispondere alla nostra insonnia occorre avere un’idea generale dell’intreccio di funzioni che concorrono al delicato equilibrio del riposo notturno.
Ogni funzione del nostro organismo ha una sua pulsazione, un suo ritmo. Le più evidenti sono quella del respiro e del battito cardiaco.
Di fatto ogni singola cellula, anzi ogni molecola e atomo della nostra struttura, possiede una sua vibrazione, che varia nella giornata: è il RITMO CIRCADIANO.

FUNZIONIAMO IN “ANALOGICO”

Nel concerto delle innumerevoli funzioni che mantengono vitale il nostro corpo, l’affievolirsi di alcune voci consente l’attivarsi di altre.
In medicina tradizionale cinese (MTC) le funzioni del tempo notturno corrispondono al prevalere delle componenti yin (buio, fresco, ritiro, quiete) rispetto alla dimensione yang del giorno (luce, calore, attività, espansione). Il modello della MTC traduce la struttura della realtà, governata dal principio dell’analogia. Risulta pertanto più intuitiva ed efficace la comprensione di molti meccanismi ed interazioni nell’esistenza (la struttura che connette tutta la realtà è infatti la metafora).

IMPARIAMO IL NOSTRO RITMO

Evidenti dunque alcune incompatibilità:
– Posso riuscire a dormire se la sera introduco alimenti e bevande con valenza yang ( attivanti, energetici, dinamizzanti)?
– Probabile io riposi se precedo il sonno con intensa attività fisica?
– Con quale condizione mentale arrivo a letto? Quali pensieri mi impediscono l’addormentamento o facilitano ripetuti risvegli?
Non riuscire a riposare per qualche emozione e suo pensiero
correlato non è destino fatale. Nella logica della
deresponsabilizzazione siamo indotti alla scorciatoia

INCONTRO NOTTURNO

Per riuscire a dormire devo mollare la presa sulla realtà esterna e abbandonarmi, ritornando in me stesso. Durante lo stato di veglia l’interazione con la realtà può condurmi fuori di me. Che vuol dire? Credo ormai sia conoscenza diffusa che la nostra civiltà occidentale ci induca sempre di più a sperimentare la vita “di testa”. La mentalizzazione può rappresentare un’evoluzione della coscienza se non procura il distacco dalla realtà del corpo, dai nostri veicoli materici, fondamenti insostituibili di coscienza e integrazione. Se non mi addormento o mi sveglio facilmente questa dimora, me
stesso, a cui abbandonarmi, potrebbe non essere percepita così sicura, forse.
Proviamo allora a domandarci:
– quali inquietudini sento?
– a cosa non sto rispondendo?
– a cosa pretendo di rispondere?
– sto tradendo una parte di me?
– di cosa sono arrabbiato?
– di cosa sono contento?
– di che cosa ho paura?

LA DOMANDA SULLA NOSTRA SOFFERENZA È NECESSARIA PER UN CAMBIAMENTO.

Orientarsi in quest’attitudine di rispetto e ricerca di risposta a se stessi è l’inizio della cura di sé. La domanda autentica sulla nostra
sofferenza, che si esprima o meno con un sintomo o un bisogno specifico, è condizione necessaria per un reale cambiamento.
Condividere tale domanda su noi stessi con consulenti o aiuti specifici è segno di grande intelligenza oltre che di sufficiente amor
proprio.

SOSTENERE IL CORPO FISICO ALLEGGERIRE QUELLO PSICHICO

Il consulente alla salute psico-fisica (medico, psicoterapeuta, fitoterapista) deve essere in grado di accompagnarci nelle domande
su noi stessi in vista di possibili corrispondenti soluzioni. Alcuni presidi naturali come fitoterapici, fiori di Bach, ormoni naturali
(melatonina) sono prescritti, specie in fase iniziale, come sostegno al corpo fisico per alleggerire il peso di un sistema psichico oberato o devastato. Non costituiscono pertanto né sostituti né surrogati di una sostanziale risposta a noi stessi.

In realtà se non riusciamo a dormire è assolutamente giusto e sano! Il nostro perfetto equilibrio non ci consente di falsificare una
condizione che durante il giorno si avvale di mille distrazioni, ma di notte chiede conto di una piena risposta alla nostra vita. Ringraziamo il perfetto sensore del nostro veicolo, diversamente, senza accorgerci, potremmo fondere il motore irreparabilmente.

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